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Decreto di Berlusconi legalizza milizie contro immigrati

Questo articolo è stato precedentemente pubblicato in inglese il 27 febbraio 2009.

Il primo ministro italiano Silvio Berlusconi ha sancito con decreto l’istituzione di ronde private notturne di quartiere. Il governo quindi legalizza le attività di elementi delinquenziali razzisti e fascisti che negli ultimi mesi hanno intensificato i loro attacchi contro la popolazione immigrata.

In un incontro al vertice del 20 febbraio, Berlusconi emanava il decreto di emergenza che permette che volontari si organizzino in gruppi per pattugliare e identificare individui sospetti da riportare alla polizia. Al momento, tali squadre restano disarmate o armate solo di cellulari speciali per contatto diretto con la polizia. Nel futuro, il decreto prevede un aumento di stanziamenti di 100 milioni di euro dal ministro dell’Interno al fine di finanziare 2500 poliziotti di rinforzo entro non più tardi di aprile.

Il ministro della Difesa Ignazio La Russa del partito neo-fascista Alleanza Nazionale (AN) ha annunciato che il decreto di emergenza che autorizza tali squadre di vigilanti è stato approvato all’unanimità dal consiglio dei ministri. Roberto Maroni, ministro dell’Interno e membro della Lega Nord, apertamente razzista, ha dichiarato che le pattuglie saranno organizzate da sindaci e capi di polizia e saranno equipaggiate con radio trasmittenti speciali. Maroni sostiene che tali misure servono ad evitare che le persone prendano la legge nelle proprie mani.

Diversi incidenti brutali di stupro sono stati strumentalizzati come pretesto per la sanzione ufficiale delle ronde. Uno stupro è avvenuto l’ultimo dell’anno a Roma. Un altro la terza settimana di gennaio a Guidonia, in cui una banda di romeni è stata denunciata per aver violentato una giovane ragazza. Tali incidenti sono stati pubblicizzati graficamente nei mass media, servendo quindi lo scopo di copertura propagandista e per la giustificazione di aggressive milizie fasciste in giro per le vie, con lo scopo di attaccare immigrati. L’autorizzazione ufficiale delle ronde da parte di Berlusconi e del suo governo fornisce a tali gruppi un incentivo e un sostegno ufficiale.

Queste bande di teppisti hanno messo sotto mirino romeni e africani, oltre a studenti e giovani manifestanti. Un incidente su tale base accadeva questo scorso autunno durante una manifestazione studentesca. Il 29 ottobre, giorno in cui la riforma sull’istruzione veniva varata, un gruppo di fascisti diveniva protagonista di un episodio violento a Piazza Navona a Roma, dove studenti principalmente universitari e di scuole superiori protestavano. I teppisti di destra arrivavano con mazze da baseball avvolte in bandiere tricolore che usavano per picchiare i giovani manifestanti.

Nelle settimane scorse, numerosi simili attacchi sono accaduti. Il 16 febbraio, quattro romeni venivano attaccati da un gruppo di 20 teppisti. Due dei quattro romeni venivano picchiati così violentemente che il ricovero diveniva necessario. A Guidonia, un negozio di romeni veniva demolito. Simili attacchi succedevano lo stesso fine settimana a Milano e Bologna.

A Nettuno, vicino Roma, un indiano di 35 anni veniva attaccato da tre italiani ubriachi che gli hanno dato fuoco. L’indiano veniva ricoverato in terapia intensiva a causa di bruciature di terzo grado.

Le autorità governative sistematicamente provocano l’intensificarsi della situazione con la loro continua denigrazione di musulmani e “stranieri”. Ad esempio, quando durante la guerra di Gaza centinaia di musulmani si riunivano in preghiere di protesta di fronte alla Cattedrale di Milano e al Colosseo di Roma, i politici e i mass media presentavano tali azioni come una “minaccia islamica” e un attacco a “valori occidentali”.

Quando venne assodato che uno stupro era stato commesso dal figlio di un membro della Camorra di Napoli, la notizia venne protetta dall’occhio pubblico. In compenso, il ministro dell’Interno Maroni intensificava la sua campagna di deportazioni di massa annunciando l’espulsione di 500 mila immigrati solo quest’anno.

La tradizione fascista

 

Il fatto che sia lo stato a sancire squadre in borghese costituisce un nuovo stadio nello sviluppo verso destra del regime Berlusconi.

I partiti di estrema destra, come il neo-fascista Alleanza Nazionale e Lega Nord, quest’ultima esplicitamente separatista e razzista, stanno determinando la politica di governo in ogni riunione del consiglio dei ministri. Berlusconi aveva già determinato che la xenofobia sarebbe stata il tema principale della sua campagna elettorale. Il magnate mediatico multimiliardario dipingeva gli immigrati, soprattutto i Sinti e i Rom, come la causa principale dei problemi economici e sociali in Italia.

Poco dopo la vittoria elettorale della coalizione di Berlusconi, la polizia e i Carabinieri cominciavano a eseguire blitz e retate contro gli immigrati. All’inizio di maggio pattuglie di polizia attaccavano lavoratori stranieri e le loro famiglie, organizzando arresti specificamente mirati. Centinaia di immigrati dall’Europa dell’est, Albania, Grecia, nord Africa e Cina venivano prelevati, imprigionati e accusati di una serie di crimini, inclusa l’entrata illegale nel territorio italiano. Centinaia venivano forzatamente portati al confine e deportati mentre tali eventi venivano ampiamente pubblicizzati.

Davanti agli occhi di tutti, la polizia e le forze di sicurezza irrompevano nel campo nomade di Ponte Milvio a Roma accanto al Tevere. Da allora, campi di Rom vengono sistematicamente terrorizzati.

A metà luglio, Berlusconi dichiarava la cosiddetta “crisi dei profughi” e annunciava i suoi piani di raddoppiare il numero di immigrati detenuti nei campi di internamento. A tal fine, caserme inutilizzate in tutta Italia sono state convertite in “Centri di Identificazione ed Espulsione”. Queste prigioni sono utilizzate per implementare la nuova normative di sicurezza che prevede detenzione fino a 18 mesi per “immigrati illegali”, ora considerati dalla legge criminali.

All’inizio di settembre, membri di rilievo del governo Berlusconi non hanno esitato a esibire la loro fedeltà al fascismo. Di tutte le date, il ministro della Difesa La Russa ha scelto l’anniversario della resistenza del settembre 1943 per commemorare i fascisti di Salò che restavano fedeli a Mussolini anche dopo la capitolazione ufficiale di Roma.

Ignazio Benito Maria La Russa, il cui secondo nome veniva scelto dai genitori per onorare il dittatore fascista, è presidente di Alleanza Nazionale, partito alleato di Forza Italia nel Popolo della Libertà. Da maggio ad oggi, in qualità di ministro della Difesa, ha condotto l’operazione di trasformazione delle vecchie caserme in campi d’internamento. Come il padre, anch’egli è stato attivo nel Movimento Sociale Italiano, partito neofascista dal quale emerse Alleanza Nazionale.

Altri membri di AN che hanno assunto posizioni di rilievo nel governo includono Gianfranco Fini, correntemente presidente della Camera. Il nuovo sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha anch’egli un pedigree fascista.

Il decreto che legittima le ronde di vigilanti richiama inevitabilmente alla mente la creazione dei Fasci di Combattimento alla fine della Prima Guerra Mondiale, quando lavoratori e contadini avevano occupato terre e varie fabbriche. In contrapposizione a tale mobilitazione, proprietari di industrie e latifondisti fondavano e finanziavano bande armate per terrorizzare i lavoratori. Nel 1919, Benito Mussolini univa i vari gruppi di destra per creare la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, o, come meglio conosciuti, le Camicie Nere, che formavano il supporto paramilitare del suo movimento fascista.

Crisi economica e povertà in aumento

 

Le misure adottate oggi dal governo sono intimamente connesse alla corrente crisi finanziaria ed economica che ha già causato una serie di proteste di massa in Italia. Il 13 febbraio più di un milione di persone ha partecipato a scioperi e manifestazioni contro il governo Berlusconi esigendo una struttura sociale che possa riparare i cittadini dagli effetti della crisi.

In particolare, insegnanti, lavoratori statali e dell’edilizia hanno partecipato a scioperi. Solo a Roma erano in 700 mila a manifestare nelle strade. Nell’autunno e inverno dell’anno scorso decine di migliaia di giovani e studenti partecipavano a proteste contro le deplorevoli condizioni che prevalgono in scuole e università italiane.

L’Italia ha il più alto livello di debito in Europa. Il debito pubblico ufficiale è il 106 per cento del Prodotto Interno Lordo (PIL). Alla luce della recente crisi finanziaria l’Italia è minacciata da bancarotta di stato. Allo stesso tempo, il livello di povertà continua a crescere rapidamente. Secondo l’ISTAT, il numero di famiglie il cui reddito è insufficiente a coprire le spese mensili è aumentato dal 14, 6 al 15, 4 per cento. In particolare, famiglie numerose, pensionati e famiglie con un solo genitore sono vulnerabili alla povertà. La situazione peggiora nel sud. In Sicilia, circa il 30 per cento di tutte le famiglie vive in povertà.

Rabbia e risentimento popolari non trovano modo di espressione in condizioni in cui l’opposizione politica in Italia è collassata. Supporto per Rifondazione Comunista è pressoché evaporato con le ultime elezioni, lasciando il nuovo Partito Democratico (PD) come sola opposizione parlamentare. Tuttavia, anche il PD sta attraversando la sua peggior crisi dalla sua fondazione un anno e mezzo fa.

In seguito a una dura sconfitta del suo partito in Sardegna, il leader del PD Walter Veltroni, nonché ex membro di Rifondazione e ex sindaco di Roma, ha annunciato le sue dimissioni. Il suo posto è stato ereditato da Dario Franceschini, ex democristiano membro della Margherita.

Nelle elezioni federali di circa un anno fa, Veltroni aveva deliberatamente deciso di non condurre una campagna politica contro Berlusconi. Dopo la rielezione di Berlusconi, Veltroni si limitava a critiche delle più superficiali. Quando Berlusconi approvava normative legislative che permettevano all’esercito di pattugliare le città italiane, l’unica risposta di Veltroni era una critica al governo per una misura che sprecava risorse ma mancava di efficacia. Veltroni ha opposto la recente proposta governativa delle ronde di vigilanti solo sulla base che maggiori risorse, secondo lui, debbono essere destinate alla polizia—misura che il governo Berlusconi ha concordato e che intende mettere in atto.