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Il centro-sinistra dà sostegno alla manovra di austerity

Questo articolo è stato precedentemente pubblicato in tedesco il 26 luglio 2011 e inglese il 27 luglio 2011

Nel 2008, la coalizione di centro sinistra guidata da Romano Prodi (l’Ulivo) è crollata dopo soli due anni di governo per le sue politiche di austerità contro la classe lavoratrice. Ora, il centro-sinistra sta ancora una volta cercando di tornare al potere al fine di far passare un programma di austerità ancora più duro.

A metà luglio, i partiti di opposizione hanno sostenuto il governo di destra nel passare la manovra di tagli alla spesa di oltre 79 miliardi di euro, il cui impatto sarà totalmente a carico dei lavoratori. Nei giorni precedenti il ??voto sulle misure, l’Italia è stata sotto forte pressione dei mercati finanziari. Sono stati raggiunti tassi di interesse record del 6 per cento per i titoli di stato.

Sebbene il governo di Silvio Berlusconi sia stato indebolito da un calo di supporto, litigi interni e numerosi scandali, Romano Prodi si è espresso contro le richieste di dimissioni immediate del governo. “Se la casa è in fiamme, nessuno dovrebbe pensare a nuovi governi”, ha detto al giornale tedesco Die Welt. “Abbiamo problemi più pressanti da risolvere. Abbiamo bisogno di spegnere il fuoco e dimostrare che le nostre finanze sono sotto controllo. I problemi politici a lungo termine potranno essere risolti solo dopo”.

Con il suo sostegno alla manovra, il centro-sinistra ha dimostrato la sua accettazione incondizionata dei diktat dei mercati finanziari. In questo, il ruolo di primo piano viene svolto dal Partito Democratico (PD)—nato dopo il crollo del partito stalinista Partito Comunista Italiano (PCI)—e dal presidente della repubblica Giorgio Napolitano, membro del PCI dal 1945.

Napolitano ha fatto in modo che nulla fosse lasciato al caso nell’implementazione della manovra. Secondo Reuters, il presidente ha condotto una sorta di governo parallelo non ufficiale per quasi una settimana. Ha lavorato in stretto contatto con il ministro delle finanze Giulio Tremonti, il governatore della banca centrale Mario Draghi e il braccio destro di Berlusconi, Gianni Letta, mantenendo un contatto costante con i leader dei partiti di opposizione.

“E‘ stato un vero e proprio governo ombra che ha sostenuto il paese dagli attacchi speculativi”, scrive Reuters, citando una fonte anonima.

Come i dettagli del programma di austerità venivano resi noti il 12 luglio, il leader del PD Pierluigi Bersani, telefonava al presidente dal Cairo. Bersani ringraziava Napolitano “per il ruolo che sta svolgendo in questo momento non facile per l’Italia”, garantendo “la responsabilità del PD e dell’opposizione nell’assicurare tempi rapidi per la manovra”. Ciò è apparso sul sito web personale di Bersani.

Il 15 luglio, i partiti di opposizione hanno votato in parlamento in modo coordinato contro la manovra, ma solo perché il governo non aveva bisogno dei loro voti. Come concordato, hanno rinunciato al diritto di avanzare le proprie proposte, che avrebbero comportato un lungo dibattito parlamentare. Tutto ciò era già stato ampiamente discusso con il presidente, che aveva condotto ampie discussioni con tutte le parti, assicurandosi da loro la promessa di non far naufragare la decisione sul bilancio di austerità.

Successivamente, Napolitano ha ringraziato esplicitamente e pubblicamente. Un articolo della Reuters ha dichiarato: “Mentre l’Italia fatica a trovare una via d’uscita dalla crisi del debito dell’Eurozona e il primo ministro Silvio Berlusconi si avvicina al precipizio, un ottantenne ex comunista ha assunto il timone per scongiurare i pericoli.” Napolitano aveva già svolto un ruolo simile nel mese di aprile, ai tempi del dibattito sulla partecipazione italiana alla guerra della NATO contro la Libia.

Il programma di austerity, attraverso il quale il ministro delle Finanze Giulio Tremonti sta cercando di ridurre il deficit a zero entro il 2014, pone l’intero onere finanziario sulla classe lavoratrice. Prevede misure per un risparmio a lungo termine di fino a 80 miliardi.

Tali misure includono un peggioramento delle prestazioni pensionistiche e aumentano gradualmente l’età pensionabile, tagli alle scuole e all’università, alle case di riposo e agli asili nido, alle prestazioni di assistenza per i bambini, allo sport, ai teatri, ai cinema, all’arte, ai musei e ai siti archeologici. Nel futuro, nel settore della sanità, ogni visita medica e analisi di laboratorio, ogni farmaco prescritto e ogni ambulanza dovranno essere pagati. Nel settore pubblico, 250 mila posti saranno tagliati, mentre gli stipendi saranno congelati per anni.

La povertà esistente in gran parte d’Italia è profonda. Un recente studio condotto dall’Istat rivela che l’11 per cento della popolazione italiana (più di 8 milioni di persone) vive già in povertà, e questa cifra è in crescita. Il livello di povertà per una famiglia di due persone è fissato a 992 € al mese, che rappresenta la metà del salario medio italiano. Tre milioni di persone sono considerate in “povertà assoluta”, cioè non in grado di sopperire persino ai bisogni fondamentali della vita quotidiana.

Nel Mezzogiorno, un terzo delle famiglie sono ufficialmente considerate povere. Circa il 40 per cento di tutte le famiglie hanno di recente limitato il loro consumo di frutta e verdura per motivi di costo, e il 37 per cento di tutte le famiglie hanno addirittura ridotto anche il consumo di pane e pasta.

La manovra comporterà ulteriori tagli alla spesa sociale che colpiscono duramente la popolazione. Gli esperti stimano che in due anni, a ogni famiglia italiana costerà una media di 1000 euro e, secondo i sindacati potrebbe raggiungere anche i 1800 euro. Per imporre ciò, la classe dirigente ha bisogno dell’assistenza dei partiti della “sinistra” borghese, socialdemocratici, verdi ed ex-stalinisti.

Ampi settori delle grandi imprese stanno ora spingendo per un rapido cambiamento di governo. Considerano Berlusconi inadeguato, troppo coinvolto nei vari atti di corruzione e scandali sessuali per poter far passare le più drastiche misure di austerità della storia italiana. Berlusconi stesso ha recentemente dichiarato che non parteciperà alle elezioni del 2013.

Cresciuto in Italia, l’economista americano Nouriel Roubini ha espresso ne La Repubblica la sua posizione favorendo la rimozione anticipata del governo Berlusconi e la formazione di un governo tecnocratico. “Il governo italiano attuale e’ assolutamente inadeguato alla gravità della situazione”, ha detto. “C’è il rischio che la politica finanziaria finisca fuori controllo. È impensabile che così si arrivi al 2013”.

Nel corso delle ultime settimane, Berlusconi ha subìto nuove sconfitte. Nel mese di maggio, il Popolo della Libertà (PdL) ha perso alle amministrative di Milano e di altre grandi città, ora governate dai partiti di opposizione. A metà giugno, il PdL è stato sconfitto ai quattro referendum che riguardavano il nucleare, la privatizzazione dell’acqua e il legittimo impedimento.

Allo stesso tempo, il primo ministro è sotto quattro processi separati per corruzione e sesso con minori. È stato anche condannato a pagare 560 milioni di euro al suo arci-rivale, il magnate Carlo de Benedetti.

Infine, il Parlamento ha votato il 20 luglio per ritirare l’immunità ad Alfonso Papa, uno dei sostenitori di Berlusconi nel PdL. Papa è sospettato di essere una figura chiave nell’organizzazione segreta massonica P4, successore della famigerata loggia P2 del fascista Lucio Gelli.

Alfonso Papa è un perfetto esempio di corruzione fiorita attorno al regime di Berlusconi. Giudice napoletano, Papa è accusato di aver ricattato influenti imprenditori e politici di alto livello grazie ai suoi rapporti con i servizi segreti e di intelligence. È accusato di aver costretto un imprenditore a pagare per la lussuosa villa della sua amante ucraina; ha regalato una Jaguar ad un’altra ragazza. Prima del suo arresto, Papa ha pronunciato un discorso patetico in parlamento in cui ha fatto appello alle donne e ai bambini, ha descritto se stesso come un “gentiluomo” e ha ringraziato il suo mentore Berlusconi: “Il presidente Berlusconi è una persona straordinaria, eccezionale. Mi è stato vicino dall’inizio di questa storia”.

Quando l’immunità parlamentare di Papà è stata ritirata, i parlamentari della Lega Nord, hanno votato a favore, distanziandosi da Berlusconi in modo dimostrativo. Il premier ha poi ammesso la sconfitta dichiarando “vergogna”.

Nel frattempo, sempre più dirigenti d’azienda e politici dell’opposizione stanno sottolineando che l’Italia ha bisogno di un governo tecnico per riconquistare la fiducia dei mercati finanziari. In queste condizioni, i partiti di opposizione si preparano a sostenere tale governo tecnico, o di assumere direttamente il potere loro stessi.

È ovvio che un tale cambiamento di governo non porterebbe nessun beneficio alla classe operaia. Sostenendo la manovra, il centro-sinistra ha già fatto capire la sua volontà di imporre duri attacchi, proprio come i governi socialdemocratici in Grecia e Spagna. In questo, godono anche del pieno appoggio di Rifondazione Comunista, dei leader sindacali e dei loro sostenitori piccolo-borghesi.

Nichi Vendola, (ex Rifondazione, oggi leader della Sinistra Ecologia Libertà, SEL e governatore della Puglia) ha dichiarato il suo sostegno per un nuovo governo di centrosinistra. L’8 giugno, ha concesso un’intervista al Corriere della Sera in cui ha sostenuto la sua cooperazione con i Democratici ed ha espressamente rinunciato alla difesa dei diritti sociali. “Non voglio fare un discorso provocatorio: anche la sinistra radicale deve accorgersi, per esempio, che non si può tenere in piedi il vecchio welfare. Oggi siamo tutti quanti chiamati a metterci in gioco”, ha detto.

Il 28 giugno, in vista di un futuro governo di centro-sinistra, i sindacati hanno firmato un patto nazionale con Confindustria. Esso comprende un accordo di non sciopero e si basa sugli infami accordi con la Fiat. Susanna Camusso, segretario della CGIL (di presunta “sinistra"), ha firmato la tregua industriale.

Una controversia è scoppiata all’interno della Fiom, il sindacato dei metalmeccanici CGIL. Una fazione guidata da Fausto Durante sta sostenendo la tregua, mentre un’altra sotto Maurizio Landini e Giorgio Cremaschi ha espresso critiche tiepide. Durante ha detto che il patto nazionale di lavoro costituito è un progresso nelle relazioni economiche. La tregua, che indebolisce la classe lavoratrice, imponendo un accordo di non sciopero, alla vigilia dei più brutali tagli alla spesa sociale, è stata definita “un tentativo della CGIL di riconquistare regole condivise su rappresentanza e contratti”.

Landini e Cremaschi hanno intenzione di prendersi la pausa estiva e di organizzare un voto dei membri del sindacato sul patto del lavoro nazionale solo dopo l’estate, a settembre.

Per le forze politiche piccolo-borghesi, la FIOM è cinicamente descritta come l’ultimo bastione della resistenza. Sul suo sito web, Sinistra Critica, una sezione del pablista Segretariato Unificato in Italia, ha promesso alla FIOM il suo “pieno sostegno”. E Marco Ferrando del Partito Comunista dei Lavoratori (anche ex Rifondazione) ha elogiato la FIOM per il “ruolo importante” che sta giocando.