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Ex premier italiano Berlusconi loda Mussolini

Questo articolo è stato precedentemente pubblicato in tedesco il 7 febbraio 2013 e in inglese l’8 febbraio 2013

In Italia, l’ex primo ministro Silvio Berlusconi ha colto l’occasione del Giorno della Memoria dell’Olocausto, il 27 gennaio, per lodare il “Duce” fascista Benito Mussolini. Berlusconi ha detto che Mussolini “per tanti versi aveva fatto bene”, nonostante le leggi razziali, che furono “il suo peggior errore”.

Berlusconi ha continuato dicendo che la responsabilità italiana per la Shoah “non era paragonabile a quella della Germania”, che era stato “difficile” per Mussolini, che doveva agire sotto la pressione di Hitler e che gli italiani avevano solo tollerato la politica razziale nazista e che “ci fu una connivenza che all’inizio non fu completamente consapevole”.

I dirigenti politici italiani hanno immediatamente cercato di minimizzare la portata delle dichiarazioni di Berlusconi, descrivendo le provocazioni del 76enne multimiliardario come “reato minore”.

Mario Monti, il primo ministro uscente, ha laconicamente osservato che Berlusconi aveva usato una “battuta infelice nel giorno sbagliato e luogo sbagliato”. Immediatamente prima di questo commento, l’agenzia di stampa Ansa informava che Monti non escludeva una collaborazione con il PdL (Popolo della Libertà), il partito di Berlusconi, dopo le elezioni parlamentari del 24 febbraio, a condizione che Berlusconi non riceva un incarico di primo piano nella nuovo amministrazione.

Il democristiano Pierferdinando Casini (UDC) ha dichiarato che Berlusconi ha “detto sciocchezze”. Anche i politici allineati con la cosiddetta “sinistra” del paese hanno espresso solo brevi commenti sull’incidente e si sono affrettati a passare oltre.

Pier Luigi Bersani, il leader dei democratici e candidato favorito alla carica di primo ministro, si è lamentato che Berlusconi ha fatto del “Giorno della Memoria” “una manovretta elettorale”. Il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola (Sinistra, Ecologia e Libertà, SEL), ha descritto Berlusconi come un “falsario, che dovrebbe solo tacere”.

Berlusconi ha espresso i suoi commenti sul fascismo durante la cerimonia di inaugurazione del memoriale dell’olocausto alla piattaforma 21 della stazione centrale di Milano; questo memoriale è stato eretto attorno alla galleria ferroviaria segreta originariamente usata dai fascisti per le deportazioni.

Dal 1943 al 1945, migliaia di ebrei italiani furono deportati da questo punto a campi di sterminio come Auschwitz-Birkenau e Bergen-Belsen, come pure ai campi italiani di Bolzano e Fossoli. In Italia un totale di circa 8.600 ebrei furono deportati ai campi di sterminio.

Contrariamente a quanto sostenuto da Berlusconi, l’antisemitismo non è stato semplicemente imposto al fascismo italiano esternamente da Hitler e dalla Germania nazista, la persecuzione degli ebrei era del tutto in linea con il fascismo italiano e l’ideologia razzista personale di Mussolini. Gli ebrei furono isolati socialmente, depredati e fu loro vietato di frequentare le scuole pubbliche in Italia, di essere a capo di un’impresa, di coprire una carica ufficiale, e non potevano sposare italiani.

Al fine di creare un nuovo “Impero Romano” attorno al Mediterraneo, i fascisti italiani occuparono il Nord Africa e parti della Jugoslavia, classificando africani, slavi ed ebrei come “subumani” e discriminando contro di loro. Il pretesto della difesa di una “pura razza italiana” fu utilizzato, soprattutto in Abissinia e in Libia, per giustificare massacri e genocidi.

Come dimostra lo storico Carlo Moss, le leggi razziali contro gli ebrei furono introdotte in Italia nel 1938, in conformità con le politiche razziali del Terzo Reich. Allo stesso tempo, esse corrispondevano a “un precedente concetto generale razziale fascista” (Moos, Carlo: Tardo fascismo italiano e gli ebrei, 2008).

Berlusconi, che si trova ad affrontare una serie di accuse penali per reati economici e di sesso, sta deliberatamente interpellando l’estrema destra nella sua campagna elettorale. Uno dei suoi candidati per il Senato è la nipote di Mussolini, Alessandra Mussolini. Il Pdl di Berlusconi, non solo si è alleato con il suo partner di vecchia data, la razzista Lega Nord, ma anche con partiti di ultra-destra, come il neo-fascista La Destra, guidato da Francesco Storace. I ranghi di La Destra includono Giuliana De Medici, figliastra del leader fascista e fondatore del neo-fascista Movimento Sociale Italiano (MSI) Giorgio Almirante (1914-1988).

Nel corso della sua carriera politica Berlusconi ha sempre contato sui fascisti. Nel 1994 aveva portato, per la prima volta dalla caduta della dittatura fascista, il MSI nel governo. Il MSI a quel tempo professò apertamente la propria fedeltà a Mussolini. Il partito più tardi cambiò il suo nome in Alleanza Nazionale (AN) e si unì ai sostenitori di Berlusconi per formare il PdL. L’ex leader del MSI, Gianfranco Fini, sta sostenendo la lista elettorale capeggiata da Mario Monti.

Berlusconi ha sempre potuto contare sul fatto che non avrebbe ricevuto alcuna seria opposizione dalle organizzazioni eredi del Partito Comunista (PCI). E’ stato il PCI, dopo la seconda guerra mondiale, che ha impedito ai lavoratori di rovesciare il capitalismo italiano, completamente screditato dopo più di due decenni di dittatura di Mussolini. Per raggiungere quello scopo il PCI si unì al governo borghese del dopoguerra con il leader del partito, Palmiro Togliatti, che assumeva la carica di ministro della giustizia. Nel 1946 egli decretò un’amnistia generale per i reati politici. L’Italia è stato quindi il primo paese ad abbandonare sommariamente qualsiasi indagine legale o punizione per i crimini del fascismo.

Dopo le dimissioni di Berlusconi da capo del governo nel novembre del 2011, il suo partito PdL ha pienamente sostenuto in parlamento, per un anno, le misure di austerità del governo Monti. Berlusconi sta cercando di incanalare la crescente rabbia sociale a destra . Mentre tutti gli altri partiti, tra cui le presunte organizzazioni “di sinistra”, approvano il mantenimento delle misure di austerità di Monti e il sostegno al l’Unione europea, Berlusconi sta conducendo una campagna nazionalista populista, imputando all’Unione europea e al governo tedesco il declino sociale d’Italia.

Pochi giorni fa Berlusconi ha promesso di abolire la tassa sulla proprietà per gli acquirenti della prima casa (IMU), tassa che il suo governo aveva introdotto nel marzo 2011. Nel dicembre 2011, dopo la sua ascesa al potere, Mario Monti ha marcatamente rafforzato e ampliato il decreto Berlusconi, come parte del suo programma “Salva Italia”. Berlusconi ha anche annunciato la sua intenzione di rimborsare tutte le entrate fiscali IMU, raccolte sotto Monti, entro un mese da una sua eventuale elezione.

Il fatto che nessun partito, compresi gli organismi successori del Partito Comunista, sollevi obiezioni serie alle lodi a Mussolini di Berlusconi, è radicato nelle loro politiche. Stanno lavorando attivamente a distruggere tutte le conquiste del dopoguerra della popolazione lavoratrice e sostengono la ri-colonizzazione dell’Africa, che ha avuto inizio con le guerre in Libia e Mali.

In questo contesto le affermazione di Berlusconi che Mussolini aveva fatto “molto bene” assumono dimensioni minacciose. Mussolini distrusse il movimento organizzato dei lavoratori, distrusse le sue conquiste sociali e i diritti democratici, e condusse brutali guerre coloniali in Libia e in Abissinia.

Oggi la politica italiana si sta muovendo in una direzione simile. Per il momento, il governo Monti si affida ancora alle organizzazioni eredi del Partito comunista e ai sindacati. Ma questi non saranno in grado di trattenere in modo permanente la classe operaia. La controrivoluzione sociale, in ultima analisi, può essere effettuata solo con metodi autoritari.

In tutta Europa i politici borghesi stanno formando alleanze con partiti razzisti, ultra-nazionalisti e fascisti, partiti che hanno sostenuto un ruolo importante da qualche tempo nella vita politica di Ungheria, Grecia, Francia e Austria. In un contesto di crescenti tensioni sociali questi partiti sono necessari alla classe dirigente come ariete contro la classe lavoratrice.