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Le elezioni in Grecia e i compiti politici della classe lavoratrice

Questo articolo è stato precedentemente pubblicato in inglese il 24 gennaio 2015 alla vigilia delle recenti elezioni del 25 gennaio 2015

Le elezioni parlamentari che si svolgono in Grecia domenica rappresentano un importante banco di prova per la classe lavoratrice internazionale.

Dopo cinque anni di brutali misure di austerity dettate dall’Unione europea (UE) e dal Fondo Monetario Internazionale (FMI), il Paese ha toccato il fondo, economicamente e socialmente. I partiti tradizionali sono così odiati che Syriza, la “Coalizione della Sinistra Radicale”, ha grandi possibilità di vincere le elezioni e di andare quindi alla guida del governo. Ma per i lavoratori, un governo Syriza non rappresenterebbe un modo per uscire dalla crisi; al contrario, sarebbe un pericolo enorme.

Nonostante la sua facciata di sinistra, Syriza è un partito borghese che si poggia su strati benestanti della classe media. Le sue politiche sono determinate dai burocrati del sindacato, accademici, professionisti e funzionari parlamentari che cercano di difendere i loro privilegi, preservando l’ordine sociale. Mentre il suo leader, Alexis Tsipras, promette agli elettori di diminuire appena le terribili misure di austerità in Grecia, è instancabile nel rassicurare i rappresentanti delle banche e dei governi esteri che non c’è “nulla da temere” da un governo Syriza.

Syriza riconosce apertamente i fondamenti del capitalismo greco, europeo e internazionale: la proprietà privata; lo Stato borghese, comprese le sue forze di polizia, e l’esercito; l’euro; l’Unione europea; e la NATO. Si propone come un partito che può proteggere il capitalismo e le sue istituzioni dalla minaccia di rivolta sociale.

Il “socialismo” di Syriza si limita a un paio di richieste, per le quali i ricchi dovrebbero pagare le tasse in modo più coerente e i poveri dovrebbero ricevere pietose elemosine. Ma anche queste promesse non saranno mantenute se il partito entrerà nel governo.

Tsipras ha visitato Washington, Berlino, Bruxelles e numerose altre capitali imperialiste per rassicurare le élite dominanti della sua affidabilità. In un articolo del 20 gennaio sul Financial Times, Tsipras ancora una volta ha ribadito il suo sostegno incondizionato all’UE, responsabile principale della devastazione sociale imposta alla Grecia.

“Il mio partito, Syriza, garantisce un nuovo contratto sociale per la stabilità politica e la sicurezza economica”, ha ribadito ai lettori del giornale finanziario internazionale. “Questo è l’unico modo per rafforzare la zona euro e rendere il progetto europeo attraente per i cittadini di tutto il continente”.

Si è esplicitamente impegnato a ripagare il debito greco e rispettare i criteri di bilancio dell’UE: “Un governo Syriza rispetterà l’obbligo della Grecia, in quanto membro della zona euro, per mantenere un bilancio in pareggio e gli obiettivi quantitativi”.

Sullo sfondo della crisi economica, sociale e politica dell’UE, consistenti strati delle classi dirigenti europee ora considerano Tsipras come un possibile salvatore del capitalismo europeo. Tsipras è supportato da un “fronte unito” che si estende dalle organizzazioni di pseudo-sinistra della piccola borghesia a diversi governi e banche europee, fino al Financial Times, e l’estrema destra del Fronte Nazionale (FN) in Francia.

Nel quotidiano francese Le Monde, il leader del FN Marine Le Pen ha dichiarato che esulterà se la coalizione di “estrema-sinistra” di Syriza dovesse vincere le prossime elezioni in Grecia: “Non siamo d’accordo con tutto il loro programma, ma noi gioiremmo di una loro vittoria”, scrive Le Pen.

Nel 1938, quando l’Europa fu travolta dal fascismo e dalla guerra, Leon Trotsky scrisse: “I ’fronti popolari’ da una parte e il fascismo dall’altra sono le ultime risorse politiche dell’imperialismo nella lotta contro la rivoluzione proletaria”.

Il Fronte Popolare servì agli influenti partiti stalinisti e ai partiti social-democratici come strumento per subordinare la classe lavoratrice alla borghesia e reprimere con la forza i movimenti rivoluzionari. In Francia e in Spagna, fu determinante per la soppressione delle rivoluzioni e aprì la strada al fascismo.

Oggi, con i partiti stalinisti e social-democratici completamente screditati nei confronti delle masse, entità politiche piccolo-borghesi come Syriza assumono il compito di sopprimere la resistenza della classe lavoratrice. Un governo Tsipras non sarebbe disposto solo a svolgere il lavoro sporco della UE e del FMI, ma anche ad agire con violenza contro la classe lavoratrice, opposta al suo impegno di “rafforzare la zona euro” e “mantenere un bilancio in pareggio”.

Tsipras riconosce incondizionatamente la NATO. Negli ultimi anni ha sviluppato strette relazioni con la polizia e le forze armate greche, le cui mani sono ancora sporche di sangue per la dittatura militare del 1967-1974.

Nel 1973, il governo di Allende in Cile dichiarò che l’esercito era il “popolo in uniforme”, disarmando i lavoratori che si stavano preparando per la lotta contro l’esercito. La conseguenza fu il colpo di stato militare e la sanguinosa dittatura di Pinochet, che costò la vita a decine di migliaia di cileni. La classe lavoratrice greca sotto un governo Tsipras confronta simili pericoli.

Un governo Syriza che attacca la classe lavoratrice utilizzando fraseologia di “sinistra” sarebbe manna dal cielo per organizzazioni fasciste come Alba Dorata, che cercherebbero di convogliare la delusione e la rabbia di strati sociali oppressi in una direzione reazionaria.

Il World Socialist Web Site invita i lavoratori greci a non dare alcun sostegno politico a Syriza. Non vi è alcun partito in queste elezioni che rappresenta gli interessi della classe lavoratrice.

Le organizzazioni piccolo-borghesi di pseudo-sinistra, che criticano uno o l’altro punto del programma di Syriza ma che comunque invitano a votare per questo partito, stanno svolgendo un ruolo criminale. Disarmano i lavoratori e sono responsabili per il crescente pericolo.

Coltivano illusioni affermando che Syriza rappresenta la svolta a sinistra delle masse, sostenendo inoltre che, sotto pressione da parte della classe lavoratrice, può mettere in atto politiche progressiste. Poi affermano che, malgrado tali illusioni—create da loro stessi—si debba stare con le masse e sostenere Syriza. Gli oppositori di una politica così opportunistica e infida sono denunciati come “settari”.

In gioco non ci sono questioni tattiche, ma di principio. Syriza rappresenta gli interessi del capitale. Non reagirà alla pressione della classe lavoratrice con concessioni ma con attacchi feroci, come tali organizzazioni pro-capitaliste hanno sempre fatto nei periodi di crisi.

La situazione in Grecia, con un’avanzata crisi sociale e politica e la mancanza di una prospettiva indipendente per la classe lavoratrice, mette in evidenza l’urgenza di creare sezioni del Comitato Internazionale della Quarta Internazionale in Grecia e in tutta Europa.

Il Comitato Internazionale è l’unico partito politico che si batte per l’unità internazionale della classe lavoratrice sulla base di un programma socialista rivoluzionario. Respingiamo l’Unione europea, così come rifiutiamo ogni forma di nazionalismo.

Il nostro obiettivo sono gli Stati Uniti Socialisti d’Europa, un’Europa in cui i governi dei lavoratori espropriano le banche e le grandi aziende, dissolvono i servizi segreti e gli eserciti, e organizzano la produzione in base alle esigenze sociali, non gli interessi di profitto dei capitalisti.