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Sindaco M5S di Roma Virginia Raggi travolta dagli scandali

Questo articolo è stato precedentemente pubblicato in tedesco il 4 gennaio 2017 e in inglese il 5 gennaio 2017

È raro che un partito politico venga smascherato così completamente come è successo al Movimento 5 Stelle a Roma. Il M5S aveva considerato l’elezione del suo membro, Virginia Raggi, a sindaco della capitale, nell’estate del 2016, un enorme successo. Adesso la Raggi, che aveva promesso “un nuovo, radicale reinizio in nome di onestà e trasparenza” risulta travolta da vari scandali di corruzione.

Il 16 dicembre, Raffaele Marra, capo del personale del Comune di Roma, è stato arrestato per corruzione. Pochi giorni prima, Paola Muraro, responsabile dello smaltimento rifiuti, si è dimessa perché indagata dal procuratore della Repubblica per abuso d’ufficio. Precedentemente, in settembre, la Raggi aveva dovuto rimescolare completamente il suo gabinetto, quando cinque principali membri del governo della città si erano dimessi in segno di protesta.

Diversi costruttori edili sono stati posti agli arresti domiciliari, accusati di aver pagato membri dell’amministrazione capitolina nell’ambito del programma di ristrutturazione degli edifici scolastici. Si sospetta che le tangenti ammontino fino al 20 per cento del bilancio previsto per quelle ristrutturazioni.

Sempre il 16 dicembre, la polizia ha sequestrato documenti appartenenti al sindaco Raggi, per esaminarne le pratiche di assunzione.

Grillo, fondatore e leader del Movimento 5 Stelle, ha mantenuto una presa ferrea sulla Raggi; nel suo blog, il 17 dicembre, ha scritto: “Sono stati fatti degli errori che Virginia ha riconosciuto che si è fidata delle persone più sbagliate del mondo. Da oggi si cambia marcia. Noi combatteremo con le unghie e con i denti perché Roma cambi”.

Il 2 gennaio, Grillo ha proposto una modifica del codice etico del M5S, da votarsi via internet, dove si stabilisce che un ministro del M5S non è tenuto automaticamente a dimettersi se la magistratura lo ha messo sotto indagine; ciò verrà deciso dal “garante del movimento”, vale a dire da Grillo stesso. La stampa nazionale ha soprannominato la modifica “Decreto Salva-Raggi”.

A lungo la lotta contro la corruzione è stata un tema centrale della propaganda del M5S. Grillo ha sfruttato le accuse di corruzione, al fine di canalizzare la dilagante rabbia contro la classe dominante verso il suo movimento, che pretende di essere né di sinistra né di destra. In realtà, però, il M5S sostiene un programma di destra nazionalista e pro-capitalista. Il Movimento 5 Stelle è diventato il secondo partito del paese, appena dietro il PD, e ha vinto il ballottaggio per il sindaco di Roma con il 67 per cento dei voti.

Raggi ha avuto bisogno solo di sei mesi per svelare il vero carattere del movimento di Grillo; esso rappresenta gli interessi di strati piccolo-borghesi che vogliono avanzare sulla scala sociale e arricchire se stessi, ed è strettamente collegato alle vecchie élite corrotte. Le sue invettive contro gli sprechi del governo sono dirette in primo luogo contro i lavoratori del settore pubblico, e le sue richieste di controlli più severi dell’immigrazione sono rivolte alle fasce più vulnerabili della classe lavoratrice.

Il M5S sta raccogliendo a sé sempre più elementi di destra e di estrema destra; questo è dimostrato anche dai fatti recentemente venuti alla luce nell’amministrazione comunale di Roma. La Raggi ha ottime relazioni con ben noti ambienti della destra e dell’estrema destra romani. La 38enne avvocatessa aveva lavorato presso lo studio legale di Pieremilio Sammarco, il cui fratello, il famoso avvocato Alessandro Sammarco, ha difeso sia l’ex-premier Silvio Berlusconi che i suoi consiglieri Marcello Dell’Utri e Cesare Previti.

È stato riportato che la Raggi, 13 anni fa, aveva completato uno stage alla ditta di Cesare Previti. Previti aveva aiutato Berlusconi ad ottenere la sua villa di Arcore ed è stato co-fondatore, e in seguito leader parlamentare, del suo partito Forza Italia, E’ stato ministro della difesa nel primo governo Berlusconi del 1994. Il consulente e avvocato di vecchia data di Berlusconi, membro della famigerata Loggia P2, fu poi condannato per corruzione di guidici (ma fu imprigionato solo per un giorno).

Lo studio legale Sammarco godeva di buone relazioni con un predecessore della Raggi, il sindaco, di estrema destra Gianni Alemanno (2008-2013); alla sua epoca, la cosiddetta “Mafia Capitale” fiorì senza ostacoli; le accuse contro Marra e Paola Muraro risalgono a quell’era.

Marra, che è anche conosciuto come “Rasputin dalla Capitale” a causa della sua influenza sulla Raggi, aveva ultimamente espletato la sua opera come datore di lavoro di 23.000 lavoratori comunali. Sotto Alemanno, è stato capo del dipartimento della politica degli alloggi, e in questa veste, è stato coinvolto in diversi casi di corruzione immobiliare.

Arrestato allo stesso tempo di Marra, il magnate immobiliare romano Sergio Scarpellini si dice avesse aiutato Marra ad acquisire una proprietà privata nel 2013, per mezzo milione di euro al di sotto del prezzo di mercato. In cambio, Marra sembra gli avesse concesso lucrativi contratti.

Pare che Marra avesse anche concluso contratti, per un valore di milioni, con un altro imprenditore: l’ingegnere Fabrizio Amore, anche lui indagato in connessione con “Mafia Capitale”.

Anche la consigliera comunale Muraro, che si pensava avrebbe liberato dal nepotismo il reparto responsabile per i rifiuti (AMA), faceva parte della rete degli insider. Per 12 anni, anche sotto Alemanno, aveva lavorato come consulente, altamente pagata, per l’AMA, e in questa veste è stata in grado di intascare più di un milione di euro in onorari. La Muraro è indagata per reati ambientali relativi al servizio di smaltimento rifiuti.

Dal 2012, la portata dell’estensione della “Mafia Capitale” è stata messa in luce dal giornalista investigativo Lirio Abbate, dal quotidiano L’Espresso e dal procuratore generale Giuseppe Pignatone. È emerso che noti mafiosi, come Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, controllavano interi settori dell’amministrazione della città. Carminati viene dall’ organizzazione terroristica neofascista “Nuclei Armati Rivoluzionari” e la sue attività commerciali avevano ottimi rapporti con entrambi i campi politici.

Sotto Alemanno, Carminati e Buzzi hanno condotto una cosiddetta “società cooperativa”, con fino a un migliaio di dipendenti e un fatturato di decine di milioni di euro, che usavano per mettere a lavorare ex prigionieri o immigrati. Erano anche riusciti ad aggiudicarsi la gestione di centri di accoglienza per i rifugiati e qui intascavano fra € 30 e € 45, pagati dallo Stato giornalmente, per ogni profugo. Un business del valore di milioni che si è dimostrato più redditizio del traffico di droga. Carminati e Buzzi adesso sono sotto custodia.

Dopo l’arresto di Marra, e dopo intense discussioni con Grillo, in dicembre la Raggi ha reciso i legami con altri due stretti collaboratori: il vice sindaco Daniele Frongia e il direttore della Segretaria, Salvatore Romeo. Come ha rivelato l’Espresso, la Raggi era da tempo conosciuta da Marra, Frongia e Romeo. Attraverso l’intrigo il quartetto aveva costretto il primo candidato del Movimento 5 Stelle a Roma, Marcello De Vito, fuori dalla corsa per il governo della città nei primi mesi del 2016.

La vittoria elettorale di Virginia Raggi nel giugno 2016 è dovuta principalmente al fatto di essere “un volto totalmente nuovo”, quando i due grandi schieramenti politici principali erano stati completamente screditati. “Mafia Capitale” era fiorita sotto il regime Alemanno, ma anche in seguito non ha portato a miglioramenti del campo di centro-sinistra.

Quando Ignazio Marino ha assunto la guida della capitale nel 2013, con il sostegno dei Democratici (PD) e varie organizzazioni della pseudo-sinistra, la città si trovava di fronte al fallimento e Marino ha addossato la crisi alla classe lavoratrice, con un decreto di austerità. Marino ha perso rapidamente ogni sostegno e si è dimesso volontariamente alla fine del 2015, anche se le accuse di corruzione sollevate contro di lui si sono rivelate infondate.

Virginia Raggi ha portato Marra, Frongia e Romeo nell’amministrazione comunale in qualità di banda cospiratrice, occupando posizioni altamente pagate. Il cosiddetto “raggio magico” (alludendo al nome della Raggi) venne per la prima volta all’attenzione del pubblico quando il capo di gabinetto, il giudice Carla Raineri, si era dimessa all’inizio di settembre, per protestare contro Marra, che a quanto pare aveva tutte le redini in mano. Quello stesso giorno, il consigliere comunale responsabile degli affari finanziari e altri tre alti funzionari avevano lasciato l’amministrazione comunale.

Un sondaggio del 3 gennaio dall’agenzia Winnpoll ha mostrato che il Movimento 5 Stelle ha perso due punti percentuali nei sondaggi a causa di queste rivelazioni. Se le elezioni parlamentari fossero tenute oggi, il partito di Beppe Grillo andrebbe ancora a ricevere 26, 4 per cento dei voti. Tuttavia, vincitrice sarebbe una nuova coalizione di destra, con il 34, 4 per cento (14, 1 per cento per la Lega Nord, 13, 2 Forza Italia, 4, 4 Fratelli d’Italia e altri partiti minori), mentre il PD di Matteo Renzi otterrebbe il 27, 5 per cento e la pseudo-sinistra otterrebbe meno del 5 per cento (Sinistra Italiana 4.4 e Rifondazione Comunista 0, 5).