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La diffusione della pandemia e cosa c’è da imparare dalla settimana scorsa

Questo articolo è stato precedentemente pubblicato in inglese il 21 marzo 2020

Nel corso dell’ultima settimana è diventato indiscutibilmente chiaro che la pandemia da coronavirus è un evento di immenso significato storico. Mentre il virus si diffonde in tutto il mondo, l’emergenza sanitaria globale si sta rapidamente evolvendo in una crisi dell’intero ordine sociale mondiale esistente. Con l’aumento del numero di morti, le grandi città sono in lockdown e centinaia di milioni di persone devono affrontare la perdita del lavoro e del reddito. La bancarotta sociale, economica, politica e, si deve aggiungere, morale del sistema capitalista è completamente esposta.

Il fallimento sociale del capitalismo: Il criminale fallimento dei principali governi capitalisti nel preparare alla pandemia sta causando migliaia, e potenzialmente milioni, di morti. Il numero di casi si sta avvicinando a 300.000 e sta aumentando rapidamente. Il numero dei decessi ha superato quota 11.000 e sta aumentando in modo esponenziale.

Una pandemia di questo tipo era sia prevedibile che prevista. Tuttavia, i requisiti più elementari per garantire la salute e la sicurezza della popolazione sono stati del tutto ignorati.

L’Italia è in uno stato di crisi sociale. Fotografie di pazienti indifesi che giacciono miseramente e attendono la morte negli ospedali italiani e altre immagini di disperazione e desolazione sono ora incise nella coscienza di massa e non saranno mai dimenticate. Il numero di pazienti in condizioni critiche supera di gran lunga le attrezzature disponibili. I medici sono costretti a decidere chi vivrà e chi morirà. In Spagna, gli ospedali di Madrid, una città con più di sei milioni di abitanti, sono sull’orlo del collasso. In Francia, tutti gli spazi disponibili negli ospedali parigini sono stati convertiti per curare i pazienti affetti da coronavirus, ma c’è ancora una grave carenza di ventilatori e di attrezzature di base.

Una persona viene portata su una barella nello United Memorial Medical Center di Houston, Texas, dopo il tampone per il COVID-19 giovedì (AP Photo/David J. Phillip)

Negli Stati Uniti, infermieri e medici hanno chiesto disperatamente di poter disporre di attrezzature mediche di base. La settimana scorsa il CDC (Centers for Disease Control) ha emesso delle linee guida che suggeriscono agli operatori sanitari, quando necessario, di usare sciarpe e bandane, a causa della carenza di mascherine protettive. Ci sono solo 160.000 ventilatori salvavita in tutto il paese e potrebbe essere necessaria una quantità di quasi un milione per curare i malati. Sono passati due mesi da quando è stato segnalato il primo caso di virus, eppure la maggior parte delle persone, anche se ha sintomi gravi, non può nemmeno essere testata.

Settantacinque milioni di americani vivono in stati che hanno imposto la chiusura della maggior parte delle imprese e delle attività sociali. Centinaia di milioni di persone sono terrorizzate per il loro lavoro, le loro famiglie, i figli, chiedendosi se saranno in grado di acquistare generi di prima necessità, o perfino di ricevere cure mediche adeguate. I pazienti con altre malattie potenzialmente letali sono preoccupati di non potersi sottoporre alle cure e agli interventi chirurgici necessari, poiché gli ospedali sono sovraccarichi. L’impatto psicologico è incalcolabile.

Il fallimento economico del sistema capitalista: Per la seconda volta in poco più di un decennio, l’economia mondiale è in uno stato di fallimento, questa volta su una scala molto maggiore rispetto al 2008. La banca d’investimento Goldman Sachs ha annunciato venerdì scorso che prevede una contrazione senza precedenti dell’economia statunitense del 24 percento nel secondo trimestre dell’anno (aprile-giugno), mentre le attività produttive e di servizi si arrestano. Questa sarebbe la più grande contrazione trimestrale nella storia degli Stati Uniti, superando di gran lunga anche quanto avvenuto durante la Grande Depressione.

L’Organizzazione Internazionale del Lavoro riferisce che fino a 25 milioni di lavoratori in tutto il mondo potrebbero perdere il lavoro nei prossimi mesi, ma questo è un valore altamente sottostimato. Solo negli Stati Uniti, 14 milioni di posti di lavoro nel settore del turismo e dell’intrattenimento saranno colpiti da chiusure obbligatorie. Moody’s Analytics riferisce che quasi 80 milioni di posti di lavoro, ovvero la metà dell’economia statunitense, sono a rischio.

Mentre la pandemia ha scatenato la crisi, le cause del crollo economico sono molto più profonde. Il processo di finanzializzazione - la separazione sistemica e sfrenata dell’accumulazione di livelli di ricchezza sempre più sbalorditivi dall’attività produttiva reale - ha creato un’economia globale massicciamente instabile, basata sulla trasfusione illimitata di liquidità da parte delle banche centrali (quantitative easing) per portare i mercati azionari a livelli sempre più irrealistici e insostenibili.

Il fallimento politico del capitalismo: I governi capitalisti, in primo luogo quello degli Stati Uniti, sono esposti per la loro ostinata indifferenza e ostilità nei confronti della vita di milioni di persone. La settimana si è conclusa con la notizia che i principali membri del Parlamento statunitense - tra cui i senatori repubblicani Richard Burr e Kelly Loeffler e il senatore democratico Dianne Feinstein - avevano venduto milioni di dollari in azioni a gennaio e febbraio, anche se non hanno fatto nulla per preparare la popolazione a quello che sarebbe stato il futuro.

Al vertice dello Stato c’è il sociopatico Trump - che incarna la corruzione e la spietatezza dell’oligarchia americana - e una sfilza di reazionari nella sua amministrazione. Trump ha usato ancora una volta la sua conferenza stampa di venerdì per rigurgitare porcherie sciovinistiche sul «virus cinese», per fare affermazioni su un imminente vaccino che esiste solo nella sua immaginazione, per negare la portata della crisi, e per promuovere l’agenda dell’oligarchia finanziaria e industriale.

Ogni giorno vengono annunciate nuove misure che si concentrano su iniezione di liquidità e risorse finanziarie illimitate nei mercati finanziari e nelle imprese, mentre non si fa nulla per soddisfare i bisogni sociali più urgenti.

La proposta di 1.000 miliardi di dollari in discussione al Parlamento degli Stati Uniti sarà un enorme regalo per l’élite corporativa, con decine di miliardi che andranno alle compagnie aeree e ad altri settori industriali, insieme a tagli fiscali, deregolamentazioni e altre elargizioni a Wall Street. I pagamenti in contanti ai lavoratori, se inclusi in una versione finale, saranno del tutto inadeguati per far fronte all’enorme bisogno sociale. In un particolare atto di crudeltà, il Congresso propone di «mettere alla prova» i richiedenti, con chi non paga le tasse perché troppo povero, a dover ricevere molto meno.

La catastrofe che sta travolgendo il paese è il prodotto del crimine sociale scatenato dalle élite al potere degli ultimi 40 anni, sotto la guida sia di Democratici che Repubblicani, che ha smantellato programmi sociali e infrastrutture per trasferire denaro verso i ricchi.

Il fallimento morale del capitalismo: Il sistema capitalista viene ulteriormente screditato in una società che subordina tutto all’oscena avidità e alla corruzione dell’oligarchia. Mentre il coronavirus si diffonde a New York e lo Stato attua un blocco, i super-ricchi di Manhattan stanno portando i loro jet privati negli Hamptons (zona residenziale lussuosa nelle vicinanze di New York), svuotando i negozi di generi di prima necessità, e in alcuni casi infettando le comunità locali con il virus.

Un livello indescrivibile di egoismo e indifferenza nei confronti della vita umana pervade la classe dirigente, che tratta la vita dei lavoratori come se fosse usa e getta. Gli Stati Uniti sono una società in cui i 400 individui più ricchi hanno una ricchezza collettiva di 2,96 trilioni di dollari, e dove i tre americani più ricchi hanno più ricchezza del 50 percento della popolazione.

La resistenza della classe lavoratrice: L’opposizione sociale è in crescita. Ci sono diversi scioperi selvaggi e in Michigan e Ohio i lavoratori hanno costretto a una chiusura temporanea dell’industria automobilistica nordamericana, in quanto si sono rifiutati di lasciare che le compagnie automobilistiche «li uccidessero sulla catena di montaggio» per il profitto. C’è una forte rabbia per il fatto che molti lavoratori sono costretti a continuare a lavorare in condizioni di insicurezza, mentre altri vengono licenziati senza avere nulla per sopravvivere.

Il compito per l’immediato futuro è quello di costruire una leadership socialista consapevole nella classe lavoratrice del mondo intero.

Ogni evento della scorsa settimana ha dimostrato la necessità di porre fine al capitalismo e di lottare per il socialismo. La pandemia espone in forma concreta l’incapacità di una società basata sul profitto privato, sull’accumulazione infinita di ricchezza e sugli antagonismi degli Stati nazionali, di poter affrontare i problemi della società.

Come ha insistito il Comitato Nazionale del SEP (Socialist Equality Party - USA), nella sua dichiarazione del 17 marzo, «Il principio essenziale che deve guidare la risposta alla crisi è che le esigenze dei lavoratori devono avere la priorità assoluta e incondizionata su tutte le considerazioni relative al profitto industriale e alla ricchezza privata».

La classe lavoratrice deve esigere i test e l’accesso libero e paritario all’assistenza sanitaria; la chiusura di tutte le produzioni non essenziali, con pieno reddito per le persone colpite; condizioni di lavoro sicure nelle industrie essenziali per il funzionamento della società; e un programma di emergenza per costruire infrastrutture sanitarie e garantire che tutti gli operatori sanitari abbiano accesso alle attrezzature necessarie.

Queste esigenze, tuttavia, non sono separate, bensì collegate alla lotta per la trasformazione della vita sociale ed economica.

«Senza una rivoluzione socialista», scrisse Trotsky nel 1938, «nel prossimo periodo storico, una catastrofe minaccia l’intera cultura dell’umanità».

Queste parole sono state scritte alla vigilia della seconda guerra mondiale, una catastrofe che è costata la vita a decine di milioni di persone, ma acquisiscono una rinnovata e bruciante attualità nella crisi corrente. Ciò che la classe lavoratrice e l’umanità nel suo insieme devono confrontare non è solo la lotta contro una pandemia ma, piuttosto, contro il sistema capitalistico.

Il SEP fa appello ai lavoratori, ai giovani e a tutti coloro che riconoscono la necessità di porre fine al capitalismo e di rinnovare la civiltà umana su base socialista, affinché aderiscano al SEP e si impegnino nella lotta per il socialismo.

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