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Operaia Stellantis licenziata ad Atessa (CH): “L’unione tra gli sfruttati spaventa i padroni!”

Questo articolo è stato precedentemente pubblicato in inglese il 14 marzo 2024

[Photo by Stellantis]

Stellantis sta perseguendo in modo aggressivo una spietata ristrutturazione delle sue attività in tutto il mondo nella transizione verso i veicoli elettrici (EV). Migliaia di lavoratori, dagli Stati Uniti alla Francia, sono stati licenziati. I piani per i licenziamenti di massa sono in fase avanzata, nonostante un profitto record nel 2023 e forti proiezioni nei primi mesi del 2024.

L’Italia non fa eccezione. Gli stabilimenti storici di Mirafiori e Pomigliano d’Arco sono destinati a massicci licenziamenti e a una riduzione dell’attività. L’attuale cassa integrazione, originariamente prorogata fino al 30 marzo, è stata ulteriormente estesa fino al 20 aprile. La società ha annunciato la chiusura di intere linee, come la Maserati Levante, e la riduzione della produzione della Fiat 500 EV.

Nel frattempo, altre fabbriche Stellantis stanno portando avanti politiche simili, sia attraverso misure individuali che collettive. Lo stabilimento di Cassino è già stato oggetto di cassa integrazione e di trasferimenti forzati (giustamente definiti dai lavoratori “deportazioni”).

Lo Stato e i sindacati hanno ascoltato le richieste estorsioniste dell’amministratore delegato Carlos Tavares. Mentre il governo del primo ministro fascista Giorgia Meloni si prepara a concedere 1 miliardo di euro di incentivi, le burocrazie sindacali hanno supinamente esercitato pressioni per conto di Stellantis, appellandosi all’esecutivo di estrema destra, esponendo così la loro completa subordinazione allo Stato capitalista.

Tavares è stato promosso dai media come una sorta di superstar. Le sue “tournée” negli stabilimenti nordamericani hanno giustamente provocato la rabbia e il disprezzo di migliaia di lavoratori il cui futuro è appeso a un filo.

Negli ultimi mesi il CEO è stato anche in tournée in Europa. Una delle sue “performance” ha avuto luogo lo scorso gennaio presso lo stabilimento Sevel in Val di Sangro, noto anche come Sevel-Sud. Inaugurato nel 1981, lo stabilimento produce veicoli leggeri FIAT, Citroën e Peugeot per Stellantis. Fino a non molto tempo fa vi lavoravano circa 6.200 lavoratori. Oggi una cifra più precisa è di circa 5.000, il che indica un processo in corso di erosione dei posti di lavoro a causa delle offerte di pacchetti di prepensionamento e della delocalizzazione in Polonia e in altri paesi.

Lo stabilimento Stellantis Sevel Val di Sangro, originariamente finanziato con fondi pubblici nel 1978 sullo sfondo di una lotta dei comitati cittadini e agricoltori locali denominata NO ALLA SANGRO CHIMICA, ha iniziato la produzione di veicoli leggeri nel 1981. Oggi produce veicoli leggeri FIAT, Citroën e Peugeot sotto Stellantis. È il più grande stabilimento di veicoli leggeri d'Europa.

Il WSWS ha parlato con Francesca Felice, una lavoratrice della Sevel licenziata all'inizio di questo mese.

WSWS: Puoi raccontarci la tua esperienza in Sevel?

Francesca Felici: Ho 45 anni. Sono stata assunta nel 2006 inizialmente con contratto di somministazione trasformato in apprendistato e definitivamente a tempo indeterminato nel 2007. Ho lavorato presso l’IVECO [Stellantis] di Suzzara [Mantova] e ed in molte altre fabbriche limitrofe ex Fiat del nord Italia. La mia esperienza più importante e prolungata è legata al settore automobilistico, dove sin dagli inizi ho aderito alla FIOM CGIL nella quota di minoranza all’interno dello stabilimento, per poi confluire a distanza di alcuni anni nella sigla sindacale di base SLAI Cobas, proclamandoo scioperi contro gli straordinari, per le condizioni di sicurezza anche nella fase pandemica del 2020, per il miglioramento delle condizioni lavorative, economiche ed occupazionali etc..

WSWS: Qual è l'umore nel settore automobilistico negli ultimi mesi?

FF: Dall’inizio di quest’anno ho partecipato attivamente a presidi davanti ai cancelli dello stabilimento abruzzese, l’8 gennaio u.s. per denunciare e sostenere i compagni dello stabilimento Stellantis di Cassino contro l’accordo siglato dai sindacati firmatari del CCSL [Contratto Collettivo Specifico di Lavoro], che prevede la trasferta trimestrale obbligatoria verso altri stabilimenti implicante lo stravolgimento delle vite e dei legami affettivi degli operai comandati.

Abbiamo “accolto” il CEO Tavares in visita nella ns fabbrica con striscioni e volantinaggio, denunciando la mancanza di un definito piano industriale e occupazionale e la delocalizzazione produttiva a Gliwice in Polonia.

Ho sostenuto una battaglia prolungata per il riconoscimento del diritto alle personali condizioni di salute, in quanto affetta da patologia autoimmune degenerativa e considerata con ridotte capacità lavorative con definitivo collocamento mirato riconosciuto dall’Inps nell’aprile 2022. Nonostante ciò, sono stata costretta nel corso degli anni a denunciare e lottare per ottenere postazioni lavorative compatibili con il mio stato di salute, purtroppo condizione analoga persistente per centinaia di colleghi all’interno della fabbrica a causa degli estenuanti ritmi di lavoro. 

WSWS: Quando e perché Stellantis ti ha licenziato?

FF: Il 15 febbraio 2024 ho ricevuto a fine turno lavorativo una contestazione disciplinare il cui contenuto configurava gli estremi del licenziamento, giunto dopo aver reso giustificazioni ritenute inconferenti dalla direzione aziendale dopo diversi giorni di logorante attesa. Da quel giorno la mia vita è stata sospesa per la privazione di certezze economiche future.

Sono stata accusata di aver avuto una discussione sindacale sulla mia postazione lavorativa con presunto passaggio alle vie di fatto con un rappresentante sindacale della FIM CISL.

A seguito dell’ufficializzazione del licenziamento, in occasione della giornata internazionale dell’operaia, venerdì 8 marzo, abbiamo con la sigla sindacale di riferimento proclamato 8 ore di sciopero in tutto lo stabilimento e su tutti i turni lavorativi, con presidio davanti ai cancelli d’ingresso dell’officina di lastratura dove ero collocate, con la presenza solidale del compagno Delio Fantasia anch’egli licenziato nello stesso mese di febbraio a Cassino e una nutrita delegazione di operai appartenenti alla sigla sindacale di base FLMU- CUB, nonché di altre fabbriche collegate e di lavoratori della Pirelli.

WSWS: Cosa diresti ai lavoratori che potrebbero trovarsi ad affrontare una situazione simile, dato il piano di Stellantis di ristrutturare il suo complesso industriale globale?

FF: I messaggi fondamentali, scanditi a più voci, sono stati e dovranno rimanere: quello di far emergere tra i lavoratori la coscienza di classe senza la quale non potrà mai esserci la lotta di classe indispensabile per il cambiamento delle nostre condizioni.

Dobbiamo unire le nostre lotte, perché l’unione tra gli sfruttati spaventa i padroni! Solo le avanguardie operaie, che non a caso sono duramente colpite dalla repressione padronale, possono portare avanti questo compito ineludibile. Porterò avanti la battaglia legale per dimostrare la pretestuosità degli addebiti che hanno provocato il mio licenziamento, con l’auspicio di un tempestivo reintegro per scongiurare che quanto accadutomi possa succedere ad altri.

WSWS: Quali sono alcune delle lezioni politiche che i lavoratori possono trarre dalla tua esperienza?

FF: Se mi chiedi: “ti senti rappresentato politicamente?” La risposta è assolutamente no. Non a caso non ho partecipato al voto in questa tornata elettorale nella mia regione. Ha vinto la destra. Tutti incazzati con chi come me non è andato a votare. La colpa non è mia, la responsabilità riguardo all'astensione in generale è della sinistra o meglio 'pseudo sinistra' e delle associazioni che negli anni hanno avuto uno scollamento con la realtà, distanti anni luce dalle persone comuni.

Queste organizzazioni di pseudo-sinistra hanno guardato sempre più a destra, infatti le peggiori leggi contro i lavoratori le hanno emesse loro (dalla legge Treu del 97 al Jobs act del 2018). Hanno alimentato disinteresse verso la politica, frustrazione e la totale rassegnazione. Io me la prendo con loro, sono incazzata e non mi sento affatto rappresentata, non c'è nessuna forza politica che porta avanti le nostre istanze, vuoto totale. Le destre avanzano in Italia e non solo. D'altronde l'avanzamento non comincia oggi ma è stato un crescendo da oltre vent'anni a questa parte.

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